Opinionisti

Radiosei 98.100 FM

Giulio Cardone
Giulio Cardone

Doppia cittadinanza (romana e vastese), è considerato il decano dei giornalisti che seguono la Lazio: lo fa da 30 anni. Prima per Paese Sera del mitico Mimmo De Grandis, poi per Il Tempo (’94-’97) e dal 15 novembre ’97 per Repubblica. Inventore del “cardomercato”, è esperto di calciomercato internazionale e cita con insopportabile spocchia i mille scoop della lunga carriera. Fino al 2016 si è sempre tenuto alla larga dal frullatore radio & social, poi nella primavera di quell’anno Guido “Nostalgia” De Angelis lo convinse a iniziare l’avventura con Radiosei. Nel frullatore, a volte si trova a disagio – è un cronista “costretto” a fare l’opinionista – ma di solito si diverte. Ormai di culto la sua rubrica “La città nel pallone”, il blob delle radio romane dal 1998 su Repubblica ogni lunedì di campionato. Dal 18 febbraio 2019 dirige con  passione la banda di Sololalazio.it. Laziale acquisito ma innamorato perso, combatte quotidianamente – senza alcun risultato – il leggendario pessimismo del tifoso biancoceleste. Per lui il bicchiere è quasi sempre mezzo pieno. E altrettanto inutilmente lotta affinché nel mondo del pallone non ci si prenda troppo sul serio. Lo definiscono onesto intellettualmente ed equilibrato, ma chi gli è vicino è invece rassegnato alla sua follia nonché al pericoloso gusto di nuotare controcorrente. Pregio: gli piace scoprire e crescere giovani giornalisti di talento. Difetto: l’eccessiva competenza calcistica spesso tracima in una presunzione fastidiosa. Segni particolari: inconsolabile mancanza delle sue giocate – colpi mancini – sui campi di calcetto di tutta Roma. 

Scopri di più...

Giancarlo Oddi
Giancarlo Oddi

Comincia a giocare da ragazzino nel Santos Roma, la squadra del suo quartiere (il Tufello) ed a quel tempo viene descritto come una promettente mezz’ala. A quattordici anni passa al GATE, la squadra del quotidiano Paese Sera per poi essere acquistato l’anno successivo dall’Almas Roma del quartiere San Giovanni. Qui Oddi arretra la sua posizione in campo trasformandosi prima in mediano di spinta, poi in libero e alla fine in terzino destro.

I piedi non sono raffinati ma mostra già il carattere agonistico sebbene non abbia ancora vent’anni, tanto che nel 1967 gli osservatori della Lazio lo portano ai campi d’allenamento di Tor di Quinto. Nella stagione 1967-68 entra nella Primavera, vince il campionato De Martino e fa una presenza in Serie B. L’anno successivo, per problemi economici della famiglia, chiede di andare a giocare in provincia e la Lazio lo presta al Sora in Serie D dove fa un buon campionato. Un anno dopo è di nuovo a Roma ma racimola solo 3 presenze e per il campionato 1970-71 va a giocare nella Massese, in Serie B.

Tornato per la terza volta alla Lazio nel stagione 1971-72, primo anno di Tommaso Maestrelli alla guida dei biancocelesti, gioca dieci partite e contribuisce alla promozione in Serie A.

Per un triennio gioca 30 partite su 30 senza mai uscire nemmeno per un minuto. Riveste il ruolo di stopper puro con grande affidabilità, sempre incollato al centravanti avversario ed esentato dai compiti di manovra, sebbene sia uno dei pochi stopper a giocare con entrambi i piedi e non gli manchino lucidità e visione di gioco. È uno dei migliori difensori tra il 1972 e il 1974 e con Wilson e Martini fanno una diga difensiva quasi insormontabile. Nell’estate del 1973 ha richieste da tutte le squadre del nord, ma il presidente Lenzini e soprattutto Maestrelli, rifiutano qualsiasi ipotesi di trattativa per il suo cartellino.

Si consolerà con lo Scudetto del 1974 vinto da romano nel suo stadio. La sera dei festeggiamenti fu derubato della sua auto con dentro il giaccone di pelle che, scaramanticamente, portava anche quando faceva un caldo da spiaggia. La macchina fu ritrovata pochi giorni dopo, ma del giaccone non ebbe più traccia. La stagione 1974-75 lo vide sempre protagonista, ma la malattia dell’allenatore fu un colpo tremendo per tutta la squadra che non si ripeté ai livelli della stagione precedente.

Oddi al Cesena nel 1977, mentre contrasta lo stacco di testa dello juventino Bettega nella sfida di Coppa Italia (0-0) del 28 agosto 1977 a Torino; osservano l’azione Causio, Boninsegna e Beatrice.
Con Maestrelli malato, la società capitolina compie l’errore di smembrare la squadra. A tal conto, il capitano Pino Wilson aveva manifestato, sin dagli inizi, una contrarietà a tale scelta poiché veniva di fatto ridimensionata quella forte squadra, sapientemente costruita dal loro amato allenatore Tommaso Maestrelli.[2] Così su indicazione del nuovo tecnico Corsini, spinto anch’egli da cattivi suggerimenti, anche Oddi viene ceduto, dopo 132 presenze in sei anni di Lazio. Finisce, insieme al regista Mario Frustalupi, tra le file del Cesena in cambio di Ammoniaci e Brignani, facendo la fortuna del piccolo club romagnolo che centrò la qualificazione in Coppa UEFA l’anno successivo.

Nel Cesena Oddi trascorre otto lunghi anni tra Serie A e Serie B ma il desiderio di tornare a Roma è così forte che nel 1983, a trentacinque anni, accetta di buon grado la chiamata dalla Lodigiani in Serie C2, dove rimane un altro anno prima di terminare la sua carriera di calciatore. Ma il calcio è la sua vita ,quindi Radiosei lo arruola tra le file dei suoi opinionisti perchè pochissimi sanno parlare di calcio e di Lazio come Lui …e la passione continua dietro ai microfoni.

Scopri di più...