Opinionisti

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Andrea Agostinelli
Andrea Agostinelli

Entrato nelle giovanili della Lazio, Agostinelli ha debuttato in Serie A il 19 ottobre 1975, in Perugia-Lazio (2-0). Nelle stagioni successive guadagna sempre più spazio, ereditando il ruolo di mezzala da Re Cecconi dopo la morte di quest’ultimo, e guadagnandosi la stima dell’allenatore Luís Vinício. Con i romani disputa 75 presenze con 2 gol in campionato, e nel 1979, dopo quattro stagioni in maglia biancoceleste, viene acquistato in prestito dal Napoli.

Andrea Agostinelli, centrocampista centrale, era in grado di svolgere un lavoro di raccordo tra difesa e attacco grazie alle proprie doti agonistiche a cui univa fantasia nell’impostazione dell’azione. Per queste sue doti in gioventù era considerato l’erede di Luciano Re Cecconi.

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Delio Rossi
Delio Rossi

Delio Rossi (Rimini, 26 gennaio 1960) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore o centrocampista. Come allenatore ha vinto una Coppa Italia con la Lazio ed ha ottenuto 3 promozioni in Serie A con Lecce, Bologna e Salernitana. Con quest’ultima ha anche ottenuto una promozione dalla C1 alla B.

La Lazio arriva nell’estate 2005. Nella stagione 2005-2006 ottiene sul campo un sesto posto, con la conseguente qualificazione alla Coppa UEFA ma, in seguito allo scoppio di Calciopoli e alla penalità di trenta punti da scontare nella stagione appena conclusa, la Lazio perde i requisiti per la partecipazione alla Coppa UEFA 2006-2007. Con la Lazio ottiene la prima qualificazione in Champions League dell’era Lotito (2006-2007) e la prima Coppa Itali, battendo in finale (all’Olimpico) la Sampdoria di Mazzarri. 184 panchine con la Lazio.

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Guglielmo Stendardo
Guglielmo Stendardo

Guglielmo Stendardo (Napoli, 6 maggio 1981) è un allenatore di calcio, ex calciatore e avvocato italiano, di ruolo difensore. La sua avventura nella Lazio inizia in seguito al fallimento del Perugia di Luciano Gaucci, nella stagione 2005-2006. Stendardo ritrova la Serie A trasferendosi nella capitale. Nella sua prima stagione, 2005-2006, scende in campo 18 volte segnando una rete nella vittoria per 1-4 ad Ascoli, mentre nella stagione seguente totalizza 21 presenze e 3 gol (a Parma ed Udine i primi due, all’Olimpico il decisivo 1-0 al Messina).

Dopo due esperienze in prestito (Juventus e Lecce) torna alla Lazio nel 2009. In totale, colleziona 104 presente con la maglia biancoceleste in tutte le competizioni, mettendo a referto 7 gol complessivi.

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Roberto Rambaudi
Roberto Rambaudi

Roberto Rambaudi (Moncalieri, 12 gennaio 1966) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista o attaccante.

Ha militato in Serie A nel Foggia, dove ha conquistato anche la promozione in Serie A, costituendo con Giuseppe Signori e Francesco Baiano il tridente d’attacco che ha portato la matricola nel campionato al nono posto nel 1991-1992 sotto la guida di Zdeněk Zeman.

Passato nell’estate 1992 all’Atalanta, vi è rimasto per due stagioni. Dopo la retrocessione della squadra bergamasca nel 1994 si trasferì alla Lazio, richiesto dal suo vecchio allenatore Zeman, ottenendo prestazioni tali da valergli la convocazione con la maglia azzurra della Nazionale (2 presenze sotto la guida di Arrigo Sacchi).

In Serie B ha militato nel Genoa e nel Treviso. Da calciatore professionista in campionato, nell’arco di sedici anni dal 1984 al 2000, ha collezionato 411 presenze e 82 reti.

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Giulio Cardone
Giulio Cardone

Doppia cittadinanza (romana e vastese), è considerato il decano dei giornalisti che seguono la Lazio: lo fa da 30 anni. Prima per Paese Sera del mitico Mimmo De Grandis, poi per Il Tempo (’94-’97) e dal 15 novembre ’97 per Repubblica. Inventore del “cardomercato”, è esperto di calciomercato internazionale e cita con insopportabile spocchia i mille scoop della lunga carriera. Fino al 2016 si è sempre tenuto alla larga dal frullatore radio & social, poi nella primavera di quell’anno Guido “Nostalgia” De Angelis lo convinse a iniziare l’avventura con Radiosei. Nel frullatore, a volte si trova a disagio – è un cronista “costretto” a fare l’opinionista – ma di solito si diverte. Ormai di culto la sua rubrica “La città nel pallone”, il blob delle radio romane dal 1998 su Repubblica ogni lunedì di campionato. Dal 18 febbraio 2019 dirige con  passione la banda di Sololalazio.it. Laziale acquisito ma innamorato perso, combatte quotidianamente – senza alcun risultato – il leggendario pessimismo del tifoso biancoceleste. Per lui il bicchiere è quasi sempre mezzo pieno. E altrettanto inutilmente lotta affinché nel mondo del pallone non ci si prenda troppo sul serio. Lo definiscono onesto intellettualmente ed equilibrato, ma chi gli è vicino è invece rassegnato alla sua follia nonché al pericoloso gusto di nuotare controcorrente. Pregio: gli piace scoprire e crescere giovani giornalisti di talento. Difetto: l’eccessiva competenza calcistica spesso tracima in una presunzione fastidiosa. Segni particolari: inconsolabile mancanza delle sue giocate – colpi mancini – sui campi di calcetto di tutta Roma. 

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Giancarlo Oddi
Giancarlo Oddi

Comincia a giocare da ragazzino nel Santos Roma, la squadra del suo quartiere (il Tufello) ed a quel tempo viene descritto come una promettente mezz’ala. A quattordici anni passa al GATE, la squadra del quotidiano Paese Sera per poi essere acquistato l’anno successivo dall’Almas Roma del quartiere San Giovanni. Qui Oddi arretra la sua posizione in campo trasformandosi prima in mediano di spinta, poi in libero e alla fine in terzino destro.

I piedi non sono raffinati ma mostra già il carattere agonistico sebbene non abbia ancora vent’anni, tanto che nel 1967 gli osservatori della Lazio lo portano ai campi d’allenamento di Tor di Quinto. Nella stagione 1967-68 entra nella Primavera, vince il campionato De Martino e fa una presenza in Serie B. L’anno successivo, per problemi economici della famiglia, chiede di andare a giocare in provincia e la Lazio lo presta al Sora in Serie D dove fa un buon campionato. Un anno dopo è di nuovo a Roma ma racimola solo 3 presenze e per il campionato 1970-71 va a giocare nella Massese, in Serie B.

Tornato per la terza volta alla Lazio nel stagione 1971-72, primo anno di Tommaso Maestrelli alla guida dei biancocelesti, gioca dieci partite e contribuisce alla promozione in Serie A.

Per un triennio gioca 30 partite su 30 senza mai uscire nemmeno per un minuto. Riveste il ruolo di stopper puro con grande affidabilità, sempre incollato al centravanti avversario ed esentato dai compiti di manovra, sebbene sia uno dei pochi stopper a giocare con entrambi i piedi e non gli manchino lucidità e visione di gioco. È uno dei migliori difensori tra il 1972 e il 1974 e con Wilson e Martini fanno una diga difensiva quasi insormontabile. Nell’estate del 1973 ha richieste da tutte le squadre del nord, ma il presidente Lenzini e soprattutto Maestrelli, rifiutano qualsiasi ipotesi di trattativa per il suo cartellino.

Si consolerà con lo Scudetto del 1974 vinto da romano nel suo stadio. La sera dei festeggiamenti fu derubato della sua auto con dentro il giaccone di pelle che, scaramanticamente, portava anche quando faceva un caldo da spiaggia. La macchina fu ritrovata pochi giorni dopo, ma del giaccone non ebbe più traccia. La stagione 1974-75 lo vide sempre protagonista, ma la malattia dell’allenatore fu un colpo tremendo per tutta la squadra che non si ripeté ai livelli della stagione precedente.

Oddi al Cesena nel 1977, mentre contrasta lo stacco di testa dello juventino Bettega nella sfida di Coppa Italia (0-0) del 28 agosto 1977 a Torino; osservano l’azione Causio, Boninsegna e Beatrice.
Con Maestrelli malato, la società capitolina compie l’errore di smembrare la squadra. A tal conto, il capitano Pino Wilson aveva manifestato, sin dagli inizi, una contrarietà a tale scelta poiché veniva di fatto ridimensionata quella forte squadra, sapientemente costruita dal loro amato allenatore Tommaso Maestrelli.[2] Così su indicazione del nuovo tecnico Corsini, spinto anch’egli da cattivi suggerimenti, anche Oddi viene ceduto, dopo 132 presenze in sei anni di Lazio. Finisce, insieme al regista Mario Frustalupi, tra le file del Cesena in cambio di Ammoniaci e Brignani, facendo la fortuna del piccolo club romagnolo che centrò la qualificazione in Coppa UEFA l’anno successivo.

Nel Cesena Oddi trascorre otto lunghi anni tra Serie A e Serie B ma il desiderio di tornare a Roma è così forte che nel 1983, a trentacinque anni, accetta di buon grado la chiamata dalla Lodigiani in Serie C2, dove rimane un altro anno prima di terminare la sua carriera di calciatore. Ma il calcio è la sua vita ,quindi Radiosei lo arruola tra le file dei suoi opinionisti perchè pochissimi sanno parlare di calcio e di Lazio come Lui …e la passione continua dietro ai microfoni.

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