Lazio, per il Flaminio annunciati dal Campidoglio sviluppi entro dicembre: le ultime

Lazio, per il Flaminio annunciati dal Campidoglio sviluppi entro dicembre: le ultime

Rassegna stampa

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Entro la fine dell’anno dovrebbe arrivare il tanto atteso “chiarimento” tra Lotito e le istituzioni sul futuro dello stadio.

La questione Flaminio continua a tenere banco in casa Lazio.

Anche assessore allo Sport, alla moda, al turismo e ai grandi eventi di Roma Capitale Alessandro Onorato, presentando in Campidoglio il raduno di Operazione Nostalgia, ha fatto il punto della situazione: «Non credo ci sia nulla da sbloccare, è un’operazione da oltre 400 milioni di euro e non la fai in due secondi. L’iter è iniziato a dicembre 2024, le interlocuzioni sono costanti e penso possa esserci un incontro a brevissimo per spiegare alcuni tecnicismi che sono fondamentali».

«La palla è sempre a metà campo, tra chi propone e le istituzioni. Mi sembra che il presidente Lotito – ha aggiunto – abbia posto delle questioni, anche pubblicamente: ci sarà a breve una risposta. C’è un progetto, che poi verrà integrato, e non è coinvolto solo il Comune, ma anche tanti enti dal Ministero in giù. Tempi per un chiarimento? Entro Natale per forza».

Il nodo principale riguarda le verifiche dell’Avvocatura comunale sulla richiesta di Lotito di ottenere i diritti di superficie. Si tratta di un lavoro tecnico, ma decisivo: solo dopo il parere legale si potrà procedere con la formalizzazione del progetto definitivo e con l’eventuale avvio dei lavori.

La volontà di Lotito di ottenere i diritti di superficie rispetto alla
concessione, spiega il Corriere dello Sport, è dovuta alla differenza sostanziale tra il tipo di convenzione che legherebbe la Lazio al Comune con l’una o l’altra soluzione. Il patron preferirebbe un contratto di diritto privato (con diritti di superficie, appunto), normato dal codice civile: questo farebbe infatti uscire il Flaminio dal patrimonio indisponibile del Campidoglio. Diverso il discorso per la concessione, che invece rappresenta un atto di diritto pubblico (restando così sotto l’egida del Campidoglio).

C’è da sottolineare, conclude il quotidiano, che, anche qualora l’avvocatura dovesse dare il suo benestare per la concessione dei diritti di superficie, il Comune al momento della stesura del contratto farà in modo di mantenere la capacità di controllo sul bene.