
Lazio, Sarri a 360°: “Servono tutte le componenti per tornare competitivi. Sogno il ‘Maestrelli’ con me in panchina”
Dichiarazioni
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Maurizio Sarri, sui canali ufficiali della Lega Serie A, ha rilasciato una lunga intervista nella quale ha ripercorso tutta la sua carriera fino alla partita di domani, sabato 28 novembre, contro il Milan.
“Lontano dai campi ho visto partite, non è che sia cambiato qualcosa, il mondo del calcio ci rimani dentro. Purtroppo la storia familiare non è stata bellissima, sono stato preso da storie non simpatiche. Mi hanno fatto cambiare vita una serie di contingenze che ti capitano, non c’è bisogno di grande coraggio. Si comincia a scalare categorie in cui si fa un passo indietro o uno in avanti. Io avrei continuato lo stesso a farlo, è una storia di passione, che mi diverte. Non avrei fatto comunque fatica. Da quando lo faccio di professione la sensazione di andare a lavorare non ce l’ho mai avuta”.
Sarri sul livello raggiunto
“A un certo punto l’obiettivo è stato quello di farne una professione, senza avere queste ambizioni così alte. Si inizia dalla Serie C, le circostanze e la fortuna mi hanno portato più in alto di quello che pensavo”.
Sarri sull’esordio più importante
“Quello a Napoli è stato tanta roba. Per me è stato un giorno pieno di emozioni”.
Sarri sulla bellezza del calcio a Napoli
“Io ho preso quella squadra senza cambiare tanti giocatori, c’erano tutte le cose al punto giusto nel momento giusto. Calcio straordinario, divertente da vedere. Non abbiamo vinto niente ma è stato un calcio bellissimo”.
Sarri sul sarrismo
“È un’ipotesi, poi bisogna confrontarsi con quelle che sono i calciatori a disposizione, non sarà mai lo stesso. Bisogna adattarle a quello che hai a disposizione. Nessuna squadra che ho avuto a disposizione ho avuto la possibilità di replicarlo”.
Sarri sui giocatori più forti allenati
“Cristiano Ronaldo alla Juve. Higuain e Mertens a Napoli. Un giocatore che in quel momento era sottovalutato era Albiol. Tra i centrocampisti dico Jorginho e Kante. Mi stavo dimenticato Hamsik, che avrebbe meritato di più in carriera. Era un calciatore da Barcellona e da Real Madrid”.
Sarri sul portare un campione allenato alla Lazio
“Direi Marek, siamo alla ricerca di costruire una base solida per fare due o tre innesti per diventare competitivi”.
Sarri sui presidenti avuti in carriera
“Sempre meglio un presidente tosto che un fondo straniero. È ovvio che il presidente sia una figura dominante, io per tutta la carriera ho avuto presidenti così. A volte meglio una litigata faccia a faccia che un fondo quando non sai con chi parlare. Ho litigato, ma fanno parte del gioco, della volontà di crescere. Se alla base ci sia voglia di crescere allora fanno bene”.
Sarri sul ritorno alla Lazio
“Che sarebbe stato un anno difficilissimo. Penso che siano stati i cinque mesi più difficili della mia carriera, tra le altre cose però anche divertenti. La componente gusto c’è, questo è già tanto”.
Sarri sulle difficoltà e lo spogliatoio
“No, le difficoltà devono essere dello staff, altrimenti si crea un alibi. La situazione è questa bisogna conviverci e andare avanti. Nel processo di invecchiamento si diventa più pazienti, ma non penso più morbido. Flaminia? Ancora non l’ho conosciuta, ma se avrà lo stesso posto di Olympia allora ce l’avrò sempre vicina”.
Sarri sul Milan in estate e Allegri
“Le storie estive quando passano non hanno più molto senso. Io mi metto seduto sulla panchina della Lazio. Con Allegri la prima volta finì 0-0. Zero tiri in porta, uno spettacolo indecoroso (ride, ndr.). Il rapporto con lui è buono, è un toscano, quindi buono. Si può avere un’idea di calcio diversa, ma c’è comunque un buon rapporto”.
Sarri sul mix di allenatori vecchi e nuovi
“È normale che sia così. Cesc Fabregas è un ragazzo con un’intelligenza sopra la media, è destinato a fare grande cose. A me piace anche Grosso. Chivu? Mi sembra che abbia grande personalità, è entrato in un ambiente difficile, che ha già tante vittorie, però lo ha fatto con gran piglio. Giampaolo una panchina in A la meriterebbe”.
Sarri sulla scaramanzia e i rimpianti
“Molto meno che da giovane. La palla però quando esce non la tocco ancora, è dei giocatori. Non più di tanti. Ho avuto un carattere che magari non mi ha permesso di arrivare a determinate cose, ma non ho fatto tanti compromessi”.
Sarri sul suo essere padre
“Sono stato un po’ assente. Rapporto un po’ conflittuale, ma quando ha iniziato a crescere è tutto migliorato. Adesso il rapporto è buonissimo”.
Sarri sul fine carriera e l’augurio che si fa
“Sarebbe bello riuscire a creare una base di calciatori che con due o tre innesti possa farti arrivare a un livello sopra rispetto a quello dove siamo. La speranza è che tutte le componenti ci diano una mano. Con la Lazio che riesca a prendere il Flaminio, che alla prima partita ci sia io in panchina e che lo stadio si chiami Tommaso Maestrelli”.



