Sarri insoddisfatto, un silenzio che fa rumore

Sarri insoddisfatto, un silenzio che fa rumore

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Ci ha creduto Sarri, anche se per poco.

Ha creduto che senza l’ex diesse Tare avrebbe avuto carta bianca sul mercato, che Lotito l’avrebbe insignito del ruolo di allenatore-manager, che l’avrebbe eletto “Ferguson della Lazio” e che con i 50 milioni della Champions e i 40 ricavati dalla cessione di Milinkovic avrebbe potuto costruire una Lazio da vertice. Invece s’è ritrovato un “Tarito”, un Lotito “diesse”, l’ha relegato al titolo di «direttore d’orchestra» sottolineando che «nella Lazio decido io e firmo io» e che «i giocatori li scelgo io». Sarri, dopo queste sparate, si è chiuso in un rumoroso silenzio. Non ha parlato nella notte della presentazione, la più minimale degli anni vissuti ad Auronzo. E’ stato l’ennesimo segnale, dentro i silenzi ci sono le sue inquietudini. S’aspettava un mercato più ricco e veloce, la sostituzione immediata di Milinkovic. Si è ritrovato senza Sergej e senza acquisti in ritiro, l’unico è arrivato ieri: Taty Castellanos, il vice Ciro. Ha approvato il suo arrivo, ma lo ritiene il migliore tra i profili che gli sono stati proposti. In ballo c’erano Marcos Leonardo del Santos e Amdouni del Basilea. Mau era partito con l’idea di avere Milik, si era esposto in prima persona per convincerlo a sposare la Lazio. Il polacco poi ha riscelto la Juve, spiazzandolo. Sarri, perso Milik, aveva chiesto Sanabria.

I punti di divisione con Lotito adesso sono principalmente due. Sarri in silenzio ha chiesto e continua a chiedere Zielinski e Berardi. Lotito ci ha provato per il primo offrendo 20 milioni, si è sentito rispondere da De Laurentiis che ne servono 30 più 5 di bonus, del resto lui ha venduto Milinkovic a 40 (entrambi in scadenza nel 2024). Zielinski sta trattando il rinnovo, la famiglia lo spinge a restare. Il presidente della Lazio ha più di un alibi per giustificare l’assalto fallito. Per Berardi non ci ha mai provato realmente, frenato dalla richiesta di 30 e passa milioni del Sassuolo. Sarri aveva indicato Gedson Fernandes e Hudson-Odoi come opzioni principali al posto di Zielinski e Berardi.

Lotito si è presentato con Kamada e Zakharyan. Sul giapponese c’è convergenza di type=’text/javascript’ type=’text/javascript’ type=’text/javascript’ type=’text/javascript’ type=’text/javascript’ type=’text/javascript’ type=’text/javascript’ idee, sul russo meno. Sarri vuole giocatori forti, da Champions. La stellina della Dinamo è promettente, ha colpi da fuoriclasse, ma c’è bisogno di tempo per inserirlo. Lo reputa un acquisto aggiuntivo, in caso partisse Basic. Non il sostituto principale di Milinkovic.

Lotito chiede tempo Mau, nell’unica uscita della nuova stagione, era stato chiaro: «Noi siamo arrivati secondi perché abbiamo fatto bene, ma siamo andati sull’onda di squadre che hanno fatto meno di quello che potevano e non possiamo farci conto in futuro». Per restare in Champions è convinto che serva molto di più. Mancano il nuovo Milinkovic, una nuova ala, un nuovo regista e un terzino sinistro. Siamo al 25 luglio, il ritiro di Auronzo si concluderà venerdì e ha potuto lavorare con la stessa Lazio.

Lotito ha perso tempo e una prima occasione per dar vita ad una nuova era. Deve recuperare terreno e accelerare il mercato. Sarri è in silenzio, ma fa trapelare da giorni la sua insoddisfazione, i rumors spaventano i tifosi. Lo fa da due anni, più volte ha minacciato di andare via, è stato solo un modo per scuotere Lotito. Del resto anche ad inizio luglio, a Sportitalia, l’aveva detto: «Da un punto di vista egoistico, dopo aver centrato il secondo posto, avrei dovuto dare le dimissioni. Ci ho pensato però mi trovo in un ambiente in cui sto bene. Dobbiamo avere la testa alle prime quattro posizioni, sapendo che è difficilissimo». Ora anche di più. Corriere dello Sport