
Lazio, i limiti che Sarri non ha mai nascosto: questa è la dimensione. I tifosi meritano di più
Rassegna stampa
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Ko in casa del Sassuolo, il secondo in tre partite.
Così non va. Solo tre punti nelle prime tre partite: la Lazio fin qui ha sfidato il Como in trasferta, il Verona all’Olimpico e ieri il Sassuolo a Reggio Emilia. Un successo soltanto in questo avvio, contro l’Hellas, poi due prestazioni decisamente da dimenticare.
Lazio lenta e piatta, senza contenuti, sottolinea il Corriere dello Sport. Scollegata nei meccanismi, confusa nell’esecuzione, lontana dal pensiero di Sarri. Rappresenta per il momento lo scarto evidente tra quello che vorrebbe essere e quanto riesce a esprimere.
Un’estate con il mercato bloccato a causa di un errore contabile di Lotito e dei suoi commercialisti: un altro capitolo che si aggiunge alla collezione di acquisti sfumati in passato per un fax guasto e una mail non recapitata, evidenzia il quotidiano. Oggi la dimensione della Lazio è questa. Sarri non ha mai nascosto certi limiti. Una verità che anche Baroni aveva provato a mettere in risalto. Ma a Formello c’è una moda che attraversa ogni epoca: le colpe sono sempre degli allenatori. Lo avevano già capito anche Pioli, Inzaghi e Tudor.
Dele-Bashiru è andato in difficoltà. Cerca un copione che ancora non ha memorizzato. Nell’ultima mezz’ora la squadra è uscita a volte dalla monotonia grazie a un signore di trentotto anni, Pedro, in grado di togliere un po’ di grigiore. Il calcio di Sarri richiede convinzione, coraggio e rigore: occupazione razionale degli spazi, circolazione veloce e verticale del pallone, coralità nelle scelte. Caratteristiche che, conclude il quotidiano, ancora non appartengono a questa Lazio. Una domenica costruita male e chiusa con il gol di Fadera, davanti a seimila tifosi laziali che meriterebbero – come Sarri – una risposta concreta: nuovi investimenti e un futuro non più condizionato dall’indice di liquidità.