
Lazio, Sarri: “Senza mercato e tanti infortuni, non solo io devo avere pazienza. Mi adeguo alle caratteristiche della squadra”
Dichiarazioni
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Il tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, ai canali ufficiali del club biancoceleste:
“Feroce giramento.
Vecino non ha mai giocato, Rovella una sola partita in condizioni fisiche buone. Patric fuori per un’operazione, Romagnoli squalificato, Pellegrini infortunato, Isaksen con una malattia che non ce lo ha mai fatto utilizzare. Problematiche enormi. Ma non devono essere considerate un alibi. Partite accettabili. Dobbiamo fare un plauso a Basic che ci ha fatto due partite di buon livello, e vedere aspetti positivi della situazione.
La nostra prestazione migliore è stata contro la Roma. Qualche merito bisogna concederlo. Io mi sento in dovere di doverli difendere, perché hanno lottato e non si sono dati alibi né scuse. Il nostro compito è quello di continuare a fare prestazioni, che si può riassestare nel lungo periodo. Non posso essere solo io ad avere pazienza. Lo sapevo che avremmo avuto tanta difficoltà a inizio campionato. Il livello medio delle squadre è salito, come anche quello delle squadre di media classifica, come il Torino”.
Differenze con la sua prima Lazio
“In quel momento in cui c’è stata la cessione di Sergio e l’ingresso in Champions League, avevo una delusione per il mancato salto di qualità. Oggi è diverso. All’epoca la mia illusione era il mancato salto di qualità, in cui le aspettative completamente diverse. La squadra la stiamo cambiando in base alle caratteristiche dei giocatori. Squadra che lavora sulle ripartenze e sull’aggressione degli spazi. Bisogna trovare soluzioni varie. La situazione degli indisponibili ci costringe a cambiare modulo”.
Sarri e i singoli
“Lazzari è rientrato la settimana scorsa, Marusic lo controlliamo oggi, Pellegrini vediamo: un trauma sia distorsivo che contusivo. Vecino è un enigma. Dele è fuori. Isaksen viene da una malattia che non è pericolosa, ma subdola. Clinicamente è recuperato, agonisticamente deve ancora crescere. Vediamo Zaccagni. Ci porterà a due giorni dalla partita e capiremo che modulo utilizzeremo.
Cancellieri? È un ragazzo che sta crescendo. L’ho trovato diverso, molto più maturo personalmente e convinto dei propri mezzi in campo. Il suo meglio sta nell’accelerazione, nell’aggressione degli spazi. Dobbiamo sfruttare ciò in cui lui è bravo. È un ragazzo con potenzialità e speriamo che l’evoluzione sia positiva. È concentrato e non dà segnali di presunzione. Abbiamo tanti giocatori istintivi, e questo ci costringe a non riuscire a fare squadra.
Noslin? È un giocatore difficile per un allenatore, difficile da collocare in un contesto. Ha la gamba da esterno, ma non è un vero esterno. Potrebbe essere un trequartista, ma non è un attaccante centrale. È difficile da collocare tatticamente. L’interpretazione difensiva non mi è piaciuta contro il Torino, in una partita in cui abbiamo giocato con quattro attaccanti”.
Le 300 panchine di Sarri
“Sono un animale da strada. Non so cosa scrivono né che commenti fanno. Non ho neanche WhatsApp, quindi pensa la mia partecipazione… Sono uno che vive delle sensazioni della strada. I tifosi che incontro capiscono i problemi che stiamo affrontando. 300 panchine? Troppe. Sono statistiche che non mi fanno né caldo né freddo. Pensiamo alla 301. Milan-Como? Ha ragione Rabiot. I soldi non giustificano tutto. Rabiot combatte tutte le partite. È un ragazzo stupendo”.
La prossima sfida contro l’Atalanta e la questione Nazionale
“Differenza con l’Atalanta di Gasperini e Juric? Dettagli. Siamo molto in linea. Grossi cambiamenti? No. È una squadra fortissima. In Italia si sta instaurando un gioco molto fisico. Certi tipi di contatto non sono fischiati, e altri vengono fischiati senza sanzioni. Nel derby, dieci falli contro il gioco del calcio. Io arbitro? Al terzo fallo ammonisco”.
Infine conclude:
“Con tutti i problemi che sto affrontando, della Nazionale non me ne frega di meno. Giovani? Cosa facciamo per farli arrivare pronti? Primavera con 50 spettatori, ed è normale che poi all’Olimpico non sia pronto. Non mi piace la soluzione delle squadre B. Chi non lo aveva previsto, era un folle. Ritroviamo tutti i giocatori che abbiamo fuori e vediamo a che livello possiamo essere. Fino ad ora è stato un inseguirsi di difficoltà e cerchiamo di innescare una squadra. Che la strada fosse lunga, lo sapevo. L’ho detto nelle prime interviste.