Tudor in conferenza: “Non azzero gerarchie, solo priorità alla squadra. Felipe e Gila straordinari. Modulo? Attacchiamo tutti”
Dichiarazioni
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La prima conferenza stampa post partita di Igor Tudor sulla panchina biancoceleste ha il sapore dei tre punti.
“Non è importante la classifica, quando una bella prestazione dei ragazzi. Abbiamo lavorato tanto in poco tempo, lo spirito e la voglia di ripartire erano la chiave. Poi è normale che ci sono cose che mi sono molto piaciute, sono contento. Pian piano poi aggiungi le cose da migliorare, c’è stato tanto spirito di gruppo. Il gol all’ultimo è stato veramente bello.”
Sensazioni della prima gara?
“Le sensazioni sono belle, è la prima gara dopo tanto tempo. La squadra è nuova, conosci i giocatori ma allo stesso tempo non li conosci. Il calcio è una bella cosa, positiva. C’è questa condivisione allenatore-giocatore, la curiosità era tanta e alla fine devo fare i complimenti ai ragazzi, è stata una bella ripartenza che ci dà fiducia”
Cosa cambia per la Coppa Italia?
“Ho fatto tanti complimenti a Gila, che è un ragazzo straordinario. Martedì cambia tutto e niente, va preparata nel miglior modo possibile. Bisogna recuperare bene perchè c’è poca sosta, vediamo in due gare cosa succederà”
Stile tattico della Lazio?
“Siete fissati con i numeri, ma è più importante lo stile di gioco e l’energia. Poi con i numeri si gioca, un giocatore si alza e si va a quattro, poi si abbassa e così via. Quando attacchiamo voglio che attacchiamo tutti, poi chi va e chi no si vede col tempo. Oggi mandavamo meno gente avanti per evitare contropiedi, dove la Juve è forte. Poi di numeri ci sarà modo di parlare”
Quanto si è visto del lavoro fatto?
“Alla fine è sempre una decisione dei giocatori, io provo a lavorare su certe cose. Alcune si sono viste, altre sono da migliorare. Ho questo modo di interpretare il calcio, c’è una struttura fissa ma c’è anche tanta libertà di gioco. Tocca ai giocatori trovarsi nelle loro posizioni, negli ultimi 30 metri decidono loro”.
Disordine in campo?
“A me è piaciuta molto la corsa, i tanti recuperi palla. Forse il gol è arrivato un po’ tardi. Chiaro che nel tempo si migliora e si cresce, è come mettere un mattone. Ora col tempo aggiungiamo e confermiamo le cose già fatta. Alcuni hanno fatto solo due allenamenti, è una cosa particolare. Però alla fine sono contento”.
Gerarchie azzerate?
“Penso che alla fine si può azzerare anche in modo positivo, per me è una cosa positiva. Io non azzero niente, rispetto tanto il passato. Sono sempre pronto a dare una mano, due, tre a tutti. Poi c’è la squadra, e scelgo in base a cosa ha bisogno la squadra e in base al modo di giocare. Qualcuno è penalizzato, qualcuno può crescere, ma questo è il calcio, è una cosa logica. Subentro dopo un allenatore che ha fatto un calcio diverso, per il mio calcio ci sono tanti che possono interpretarlo”.
Si è vista più voglia?
“I giocatori decidono se ci sono, se io vedo che uno non c’è è normale che non gioca. C’è da dare una mano a tutti, sono tutti giocatori della Lazio, non c’è sì o no, li amo tutti e voglio aiutarli a crescere. Poi la squadra è più grande di tutti i singoli, su questo non si discute”.
Come ha trovato Felipe Anderson?
“Lui è da 10, oggi ha ricoperto tre posizioni. E’ un giocatore completo, comportamento da professionista vero. Lo metti a destra, sinistra, ha qualità nei piedi e corsa. Tanta roba.”
Prestazione di Kamada?
“Ha fatto una grande partita, ho visto tutti bene in allenamento. Era come un corso intensivo, tutti i giorni. Kamada è un ragazzo intelligente, ha un buon livello in tutto, è completo. Può anche giocare davanti, ma è sempre più difficile: può starci ma in un modo tutto suo. Lo vedremo durante l’anno”.