
Il capolavoro di Sarri è essere entrato nella testa della Lazio
Rassegna stampa
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Solida, equilibrata, e ora anche continua e matura dopo un anno e mezzo.
COMANDANTE
La forza di Maurizio è essere entrato nella testa del suo gruppo. Il salto è stato fatto a dicembre nel mini-ritiro turco. Sarri ha tolto ogni privilegio e convinto Luis Alberto a correre avanti e indietro. Ora poco importa che il Mago lo mandi a quel paese al cambio, l’importante è che continui a giocare in questo modo. Non contano nemmeno le gelosie che esistono dentro ogni spogliatoio perché questo tecnico ha imparato a gestirlo come faceva Maestrelli nel 74’. Sarri ha protetto Milinkovic sotto tono, riabilitato Romagnoli, Cataldi, Vecino e Pedro, lanciato Casale, reso letale Zaccagni, stakanovista Felipe Anderson e voluto e fatto esplodere con il suo staff un portiere ‘poco sponsorizzato’ come Provedel, senza considerare i tre derby vinti contro Mourinho. Ha infilato 16 punti su 18 nelle ultime 6 giornate con due serie di almeno 6 clean sheets di seguito. Se non è un capolavoro, questo. La prova del nove potrebbe arrivare con i 3 scontri diretti contro Juve, Inter e Milan – i nerazzurri che, dopo il rifiuto agli Emirati Arabi, sono tornati pesantemente sotto – da qui al 7 maggio. Già sabato contro i bianconeri di Allegri, Sarri da grande ex potrà mettere il primo dei 3 punti esclamativi necessari a cementificare questo trionfo temporaneo. E soffiare quei 45 milioni di euro di budget Champions a chi non considerava la sua Lazio fra le reali competitor. Poi starà a Lotito far partire definitivamente il progetto alla Sir Alex Ferguson. Sarri è innamorato, non ha tradito e guai a tradirlo.