Immobile non ha mai segnato così poco: ma l’Italia mancata è un’opportunità di svolta
Rassegna stampa
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Immobile non ha mai segnato così poco: ma ora c’è un piano per la svolta
Niente Italia per lui, solo la Lazio, Lazio è basta.
Il rapporto della punta con l’Italia è sempre stato controverso, nel frattempo con o senza di lui, abbiamo mancato due Mondiali consecutivi e per sapere se parteciperemo a Euro 2024, bisognerà almeno pareggiare in casa dell’Ucraina. “Mi sembrava che in questo momento gli altri fossero più in condizione. In Champions ha segnato un gran gol, gliel’ho anche detto e gli ho fatto i complimenti quando l’ho chiamato e ci ho parlato al telefono”, ha rivelato il tecnico di Certaldo, quasi a ribadire un rapporto confidenziale con il capitano della Lazio.
Non lo dirà mai pubblicamente, ma Immobile non è certo soddisfatto della situazione creatasi a Coverciano. Sarri è contento di tenerselo a Formello, così l’erede di Inzaghi ha commentato la scelta di Spalletti. “Tutto sommato, Ciro mi ha detto che è meglio così, visto che ha appena ripreso ad allenarsi e ha bisogno di continuità di lavoro”, ha affermato a fine derby, come ricorda Il Corriere dello Sport.
Immobile vuole ripartire dal sigillo numero 200 con l’Aquila sul petto, su 312 segnate, media di 0,64 per match. L’inizio in stagione dell’ex Siviglia è stato condizionato dalla mancata continuità negli allenamenti, oltre che dal solito stop al flessore. Al momento il tabellino recita 3 reti gol nelle prime 12 giornate di serie A di campionato, record negativo in questo segmento con la Lazio. Nelle altre due peggiori performance, lo scorso anno e nel 2018-2019, nello stesso segmento ci campionato, i timbri erano stati rispettivamente 6 e 8, terminando a quota 12 e 15 reti.
Ciro che non ha mai segnato così poco ha bisogno di riprendersi la Lazio, è pur sempre l’ottavo marcatore di tutti i tempi del campionato italiano con 197 gol. Per farlo deve avere l’assistenza dei compagni, Luis Alberto in primis, oltre ad avere una condizione fisica che lo sostenga. Il lampo col Feyenoord e la buona prestazione al derby sono segnali incoraggianti. Il dogma resta uno però: giocare solo quando il fisico risponde. Le cicatrici sui due flessori testimonino la fatica e i 34 anni che arriveranno a febbraio. Un bomber come Ciro per segnare non ha bisogno di partire sempre titolare.